lunedì 23 luglio 2012

Alpine Wonderful Trail - “Io corro ma non scappo”


Correre, si sa, fa bene: fa bene alla salute e all'umore. Ma quello che forse non si sa è che il nostro correre può fare bene anche ad altri. Come può accadere questo fenomeno bizzarro? Beh, la cosa è molto semplice, se di mezzo ci sono quelli di I Run For Find The Cure, costola del comitato no profit Find The Cure (FTC), che è un progetto sportivo che raggruppa trasversalmente atleti di tutti i calibri, età e locazione geografica con l’idea di correre per una motivazione in modo da lasciare una traccia umanitaria e non solo atletica. Il fine ultimo di queste iniziative è di finanziare missioni umanitarie in aree a basso livello di sviluppo; il che significa portare in questi luoghi scuole, ospedali e tanto altro.
E questa volta, per organizzare le sue "malefatte"... anzi... le sue "benefatte", il simpatico ed operoso team di FTC ha scelto la Val Maira, dove ha organizzato un meraviglioso trail alpino. In realtà il trail è stato l'evento clou attorno a cui hanno orbitato una serie di altri eventi che hanno dato vita ad un weekend a dir poco fantastico.

Sabato 21/07/2012

Il bel cielo azzurro ci aspetta
La Dani passa verso le 8:30. Il tempo non pare un granchè: è coperto e a tratti pioviggina; tuttavia ci fidiamo delle prevsioni: nel peggiore dei casi dovremmo beccarci un paio di temporali pomeridiani (oggi e domani) e forse uno notturno (incrociamo le dita per la tenuta della tenda).

Carico il mio mezzo quintale di roba in auto: sembra che debba partire per un trekking di 6 mesi in Nepal più che per un weekend a 200km da casa... Anche se non piove più, la vista all'orizzonte non promette nulla di buono: nubi e grigiume da tutte le parti; poi però, passato Savigliano, in lontananza cominciamo a scorgere qualche squarcio di azzuro: speriamo che sia la nostra meta. Man mano che saliamo lungo la valle, il tempo non fa che migliorare finchè ci ritroviamo di fronte un bel cielo azzurro e terso. Yeah! Ci sono il sole e un'aria bellissima. Intanto, sebbene fosse molto restia, Daniela comincia a maturare l'idea che potrebbe fare il Little Alpine Trail, il giro da 7km.

Presidio FTC presso il Ciarbonet
Tenda: oookkkey!
Giunti a Ponte Maira, identifichiamo senza difficoltà la nostra meta; un esercito di ragazzi con l'inconfondibile maglia "I Run For Find The Cure" ed il bellissimo gonfiabile dello "Start" non lasciano spazio ad alcun dubbio: siamo arrivati. Abbandoniamo l'auto nel parcheggio di fronte al Caffè Ciarbonet e ci presentiamo all'info point. L'accoglienza è veramente calorosissima: Daniele, "capitano" del team FTC, dopo averci dato un simpatico bevenuto, ci lascia nelle mani di Erica e delle altre gentilissime ragazze dello staff che ci mostrano dove piazzare la nostra tenda e ci prestano gentilmente anche il  martelletto per piantare i picchetti (perchè QUALCUNO se l'è dimenticato a casa... ;-))
Mangiato un panino innaffiato da una Moretti bella fresca, decidiamo di farci due passi lungo gli ultimi kilometri della gara. Il sentiero, una dolce salita con qualche sali-scendi, ha un fondo morbido, a tratti erboso oppure ricoperto da aghi di pino: sicuramente, quando le gambe saranno brasate e le ginocchia distrutte, si rivelerà un piacevole finale.

...l'invito di Nino...
Chiaccherando, raggiungiamo un laghetto ed il vicino campeggio (1645m.), dove l'indomani verrà collocato l'ultimo ristoro del giro lungo nonchè l'unico di quello corto. Vicino ad un avviso che riporta uno schietto invito di Nino a non abbandonare fazzolettini di carta lungo i sentieri, vi sono dei cartelli che indicano gli itinerari possibili. Sono già le quattro passate e domani ci sarà da faticare parecchio quindi, visto che pare essere la meta più vicina (1h), propendiamo per una puntatina al Lago Visaisa.

Lago Visaisa
Percorrendo l'erto sentiero con andatura tranquilla ma costante, giungiamo fino ad un colle dove troviamo i ruderi di un vecchio rifugio diroccato (2000m); da lì, si domina il Lago Visaisa che rimane però circa 200 metri più in basso: per non affaticare le gambe risalendo, decidiamo di non scendere e ci accontentiamo di godercelo da lassù.

Percorrendo lo stesso tracciato dell'andata, rientriamo alla "base": lì perfezioniamo l'iscrizione e ritiriamo i pettorali.

Finders si preparano alla serata danzante
Finalmente arrivano anche Giles e Steve... ...i soliti ritardari dell'ultimo minuto :-) Anche loro piazzano la loro tenda vicino alla nostra e s'iscriveranno al Little Alpine Trail.

La festosa serata comincia con un'abbondante e gustosa cena (evoluzione Val Mairana del più classico pasta-party pre-gara) presso il Ciarbonet Cafè, accompagnata da vino e birra; io, per prudenza, cerco di contenermi un minimo sul bere ma fortunatamente Giles e Steve ci danno dentro per compensare alle mie mancanze: questa sì che è vera amicizia...

La serata continua con un'allegra serata danzante durante la quale dei bravissimi musici armati di fisarmoniche e ghironde ed uno scatenato "ballerino" occitano, coinvolgeranno i presenti in coreografiche e movimentatissime danze occitane.

E' ormai l'ora delle streghe nonchè di andare a riposarsi ché domani sarà dura: col buonumore della simpatica serata ed il sorriso ancora stampato sulle labbra, ci appropinquiamo alla tenda.
Ci addormentiamo col sottofondo di chitarre e voci lontani degli irriducibili festaioli che tireranno fino alle 4:00.

Il previsto temporale notturno deciderà di graziarci: meno male.

Domenica 22/07/2012

Qualche minuto prima delle 7:00 sono già in piedi: il Wonderful Alpine Trail partirà tra 2 ore ma naturalmente meglio fare colazione con un po' di anticipo; in teoria, per gli specialisti, forse 2 ore sono pefin poche ma per un trailer della mia caratura sono più che abbastanza. La colazione, compresa nella quota cena con l'aggiunta di un modesto contributo, è semplice ma con tutto quello che serve: cioccolata, marmellata, burro, pane, fette biscottate, tè, caffè... insomma la vera colazione del campione... :-)

Finita la colazione, procedo con la vestizione: le previsioni erano un po' incerte e onestamente non capisco bene che cos'ha in mente il meteo... che fare? Alla fine, sbagliando, propendo per pantalone al ginocchio e calza lunga a compressione. Ovviamente indosso l'irrinunciabile maglia tecnica "I Run For Find The Cure" compresa nel pacco gara.
Ricontrollo che nello zaino ci sia tutto: telo termico, una manica lunga, k-way, barette e camel-bag mezzo pieno... eccetera...
A posteriori, tutta roba che avrei potuto lasciare tranquillamente in auto, viaggiando più leggero; tuttavia, ancora ammorbato dalle giuste e tassative prescrizioni per il GTV57 di domenica scorsa, decido di fare buon peso (è proprio il caso di dirlo... :-P)

Durante l'attesa dell'ora X, il buon Daniele Sciuto (mente nonchè una delle tante braccia di FTC) tiene banco mettendo musica ed accende l'atmosfera con simpatiche battute. Tra le altre cose, ci prospetta una giornata calda e soleggiata ma, manco c'avesse il telecomando del meteo, si sbilancia promettendoci nubi ristoratrici per la salita al colle del Gregori. Mah, vedremo... IntantoDaniele c'informa che lì sul tratto a mezza costa ci sono già 24°... :-P ...morirò di caldo, me lo sento... Forse dovrei cambiare calze e calzoncini ma, come si suol dire, alea iacta est! Questo ho messo e questo mi terrò addosso.
Ready to go...




E' quasi ora di partire ma qualche minuto prima del "via" si presenta il 100° iscritto: special guest a sorpresa di questo evento è il fortissimo Paolo Bert che arriva fresco-fresco (si fa per dire) dalla brillante vittoria di domenica scorsa all'Ultra Trail Tre Rifugi in Val Pellice.
Espletate in quattro e quattr'otto le pratiche d'iscrizione del trailer d'eccezione, si parte! Via!!!

Pronti....
VIAAAA!!!!


Il manipolo di 100 runner equipaggiati con la maglietta I Run For Find The Cure attraversa il borgo di Pontemaira; di lì, subito dopo aver attraversato la provinciale, parte il primo strappo di 100m di dislivello a zig-zag che porta a mezza costa sul versante esposto a sud-ovest. Su questo tratto, a parte gli extra-terrestri che, per quel che ne so, potrebbero essere anche già arrivati al traguardo, si rimane un po' intruppati e qualcuno in effetti se ne lamenta perchè non si riesce a superare; magari un ulteriore giro del paese prima di salire, avrebbe consentito di far sfilacciare meglio il gruppo, risparmiando qualche fastidioso tappo inviso ai trailer più aitanti e dall'animo più inquieto.
Carovana di trailer FTC
Personalmente mi va benissimo il passo di quelli che c'ho davanti: domenica scorsa ho speso molto ed oggi voglio godermela più del solito... ...tanto comunque, vista la presenza di Paolo Bert, anche oggi come al solito non arriverò primo... ;-)

Superato il primo strappo si passa su un sentiero a mezza costa abbastanza corribile ed in piano ma comunque sempre stretto; raggiungo una ragazza dal passo decisamente tranquillo e, un po' per pigrizia e un po' per non fare il rompiscatole, mi adeguo al suo ritmo; non è però dello stesso avviso il trailer dall'andatura pressante alle mie spalle che a un certo punto chiede strada: la ragazza si sposta ed andiamo via. A velocità di crociera mi guardo intorno: il Ciarbonet Cafè, l'accampamento FTC ed i verdeggianti boschi che, dall'altro lato della vallata, fanno da sfondo.

Il sole scalda e non ci sono molti tratti alberati: vabbè, sopportiamo che tanto tra un po' si salirà di quota e magari farà più fresco.

Chiudiamo un secondo dislivello di 200m che sembra apparecchiato ad arte come antipasto di quello che ci toccherà tra un po'. Intanto un paio di kilometri di discesa su fondo molto corribile, consentono di far girare le gambe e ci conducono fino alla frazione di Chiappera (~1600m) dove, attraversando il piccolo abitato, qualche villeggiante in vacanza ci incita e ci applaude.
Non mancano segnalazioni e/o membri dello staff (sempre e comunque sorridenti) in tutti i punti in cui ci potrebbe essere anche solo il minimo dubbio sulla direzione del percorso.

Lasciata la frazione di Chiappera, comincia la salita più tosta: un bellissimo e piacevole sentiero di montagna che, dipananandosi tra bei prati fioriti, in poco più di 3 faticosi kilometri ci conduce fino al Colle Gregori (2317m).
Rocca Provenzale e Colle Gregori
E Daniele mantiene la parola: non so come ha fatto (evidentemente deve avere raccomandazioni altolocate) ma, procedendo lungo questo sentiero, il cielo si è progressivamente coperto di nuvole quel tanto da smorzare il caldo per consentirci di arrivare al colle senza schiattare dal caldo. Grande!
Sull'ultimo tratto s'incontrano alcuni spettatori e viandanti che scattano qualche foto; poi in cima ci attendono alcuni volontari del Soccorso Alpino.

Wow! Che sfacchinata. Meno male che ora si scende. Incalzo subito la discesa a velocità gamma: non faccio in tempo a percorrere i primi 300 metri che rimango agganciato con un piede sotto un pietrone, mi faccio un bel volo d'angelo e, SBADABAM!!!, mi ritrovo spalmato a terra a mo' di pelle d'orso. Ahia! Che botta! Mi rialzo e valuto i danni: niente di rotto, un po' di male al polso ed al gomito che, in effetti, gronda sangue... guardando meglio la ferita non è poi così terribile... insomma tanto sangue ma alla fine niente di che. Dai! Si riparte. Al di là dei problemi del sottoscritto che non sa stare in piedi, il sentiero che scende alterna tratti abbastanza agevoli e corribili a tratti un po' più tecnici ma sicuramente non difficili... insomma... da stare all'occhio. Mi piazzo all'inseguimento di un trailer che ha un'andatura fluida e convinta: vediamo se riesco a raggiungerlo... ma senza esagerare che mi sono già scassato 5 minuti fa.
Recupero terreno e ho la sensazione ce si sia accorto che sto arrivando perchè mi pare che tenda ad accelerare a tratti; intanto compare una graziosa e sorridente ragazza dello staff: è difficile non notarla e non distrarsi dal sentiero... ...evidentemente il trailer che mi precede si distrae più del dovuto e, PATAPUNFETE, pianta un bel volo: così a occhio direi decisamente più sgangherato e doloroso del mio. Rallento ma proseguo per raggiungerlo ed aiutarlo; intanto si rialza rapidamente e comincia a camminare: beh, buon segno... a giudicare dal tonfo avrei detto che s'era rotto 3 gambe e 5 braccia. Visto che è in ottime mani, lo lascio con la ragazza dello staff e proseguo la mia discesa; mi giro un'ultima volta giusto per verificare che non si stiano sbracciando per chiedere aiuto: mi pare tutto ok. Vado.

Poco dopo il 10° km, presso una piccolo edificio in pietra adibito a non so bene cosa, c'è un ristoro presidiato da dei ragazzi e fornito di ogni ben di Dio: acqua, succhi di frutta, albicocche secche, nocciole e quant'altro. C'è solo l'imbarazzo della scelta: io mi annacquo del succo di frutta, mangio qualcosina pescata a caso tra il dolce e il salato. Riprendo la discesa accodandomi ad altri trailer che inizialmente volevano cedermi il passo: visto che non si offendono, li lascio volentieri farmi da apripista perché comincio ad essere stanchino. Si alternano agevoli sentieri, tratti di strada bianca e qualche tracciato su terreno erboso: su quest'ultima tipologia di terreno, in un tratto un po' ripido e con erba umida, rischio di fare il mio secondo volo: scivolo e sono quasi a terra ma, appoggiandomi su una mano, riesco a controllare la caduta riportandomi in piedi per proseguire la corsa. Qui accelero un po' e lascio i compagni di questo tragitto.


Si arriva in una spianata dove persone dello staff e turisti, applaudono e ci incoraggiano. Dopo il breve tratto pianeggiante, il sentiero riprende a salire anche se non in maniera particolarmente decisa: ipotizzo che si tratti dell'inizio del secondo tratto di salita dura poi però un alternarsi di sali-scendi mi suggerisce che molto probabilmente mi sono sbagliato; arriva la conferma quando capisco che i quasi 2km di discesa agevole ed abbastanza ombreggiata m'hanno ormai riportato a Chiappera. Percorso un breve tratto d'asfalto, sul bordo della provinciale un altro ristoro dove, oltre alle cosine buone da sgranocchiare, ci attendono puntualmente dei graditi sorrisi ristoratori. Mi chiedono gentilmente se voglio medicare la ferita al gomito ma decido che non serve; bevo qualcosa, si scherza un secondo e poi riprendo su un sentiero che, in direzione sud, abbandona la strada.

Questo è il tratto che sale di nuovo sul serio: un paio di kilometri di sentiero con diversi tornanti ci condurranno fino a quota 1900 metri dove il percorso si aggancia ad una vecchia strada militare sterrata per iniziare a scendere definitivamente.
Sono le 11 passate e il sole picchia: quì non ci sono le nuvolette che c'hanno favorito nell'ascesa al colle e mi devo accontentare del cappellino e di sopportare il caldo come riesco. Raggiungo un simpatico ragazzo e faremo insieme chiaccherando un pezzo di questa dura salita; questo è uno dei suoi primi trail ma comunque qualche settimana prima ha fatto il Gir Curt del Monte Soglio: complimenti!! Lo saluto e continuo cercando di mantenere un passo non particolarmente veloce ma costante; nel frattempo m'ha quasi ripreso un trailer che m'ero lasciato alle spalle durante l'ultima discesa; siamo all'ultimo tornante e mi supera tagliandolo... mmm... ma vale? :-P :-D Vabbè... chissene... tanto se arrivo 98-esimo o 99-esimo non è che faccia differenza... ...però la mossa non mi è piaciuta lo stesso...
Finalmente arrivo anch'io sulla strada militare dove ci attendono alcune persone; sono stanco ed accaldato ma sempre di buon umore e chiedo se la fermata dell'autobus si trova lì; sorridendo e dandomi una cordiale pacca sulla spalla, mi dicono di no... vabbè, dai ora si scende...

La strada presenta un fondo pietroso e sconesso ma comunque molto corribile: mi tengo in prossimità del bordo erboso dove la corsa mi pare un po' più agevole. Intanto pesto il più possibile e cerco di non perdere terreno sul tizio che m'ha sorpassato sull'ultimo tornante... "vabbè" un bel fico secco!!! Fosse l'ultima cosa che faccio correndo in montagna ma devo provare ad andare a riprenderlo! Purtroppo non è facile: il tipo, quanto a correre, corre e c'ha pure le gambe molto più lunghe delle mie... Sgrunt!!!
Vabbè, non importa, io corro a più non posso: se gliela faccio, gliela faccio... sennò amen. Rosicchio terreno poco a poco e nel giro di "soli" 3 kilometri di discesa a rotta di collo, lo raggiungo. Ora mollo un po' e cerco di recuperare un pelo tenendo la sua andatura: mi vede e sa che sono lì; a tratti prova ad aumentare il ritmo ma vede che non lo mollo: ormai è diventata una questione di principio.
Arriviamo all'ultimo ristoro, quello nei pressi del campeggio: qui saluto Sabrina che gentilmente ci porge dei bicchieri con del liquido... ...non so se sia acqua, sali o altra roba... non importa: senza fermarmi, trangugio la bevanda. Il mio compagno di discesa, fermatosi a bere, mi grida uno sportivo "Bravo!"
Aggiro il laghetto e me lo lascio alle spalle; qui gioco un po' in casa perchè è il tragitto che ho percorso ieri con Daniela. C'è un po' di sali-scendi non eccessivamente impegnativo ma sul finale, quando si è quasi esausti, si vorrebbe sempre tutto in piano o in discesa. Tuttavia il fatto di conoscere il percorso aiuta la testa a gestire meglio quest'ultimo paio di kilometri apparentemente infiniti. Il fondo è morbido e la corsa abbastanza confortevole: ora si tratta di mantenere il mio ritmo naturale fino alla fine; direi che va bene ed infatti, a parte un ultimo strappetto di pochi metri su cui la stanchezza mi costringe alla camminata, giungo finalmente sul pratone dell'arrivo dove al fondo si vede il gonfiabile del traguardo FTC.

Traguardo! Olè!
Sul traguardo mi aspetta la Dani che scatta qualche foto; gli zelantissimi Giles e Steve, preoccupati per il mio possibile stato di disidratazione, mi accolgono con una bella birra fresca! Che dire: gli amici sono amici mica per caso... :-)
Loro hanno fatto il Mini Trail e sono molto soddisfatti della loro piccola ma comunque divertente ed impegnativa sfacchinata. Grandi!


Intanto Daniele, carismatico Presidente di FTC, mi accoglie scherzando simpaticamente sul fatto che mi aveva promesso una copia di un film di Miazaki (rigorosamente masterizzato) se fossi riuscito a fare podio ma che, non avendo conseguito l'eccellente risultato, il premio sfuma. Evidentemente, dopo avergli rotto le scatole per 2 settimane su facebook a suon di battute sceme e di "Mi piace", devo aver cominciato a popolare i suoi peggiori incubi.

La corsa sta volgendo al termine e di lì a poco arriveranno anche gli altri trailer.
Invece la festa sta solo cominciando: dopo il "polenta-party" ristoratore, cominciano a comparire degli enormi contenitori con dentro ghiaccio, menta e dei sacchi di zucchero... i restanti ingredienti, li lascio immaginare...
Intanto il gruppo dei "Les Sans Papier" si prepara per uno scatenato e coinvolgente concerto live che, dopo la premiazione, ci accompagnerà per tutto il pomeriggio.

...e la festa continua in mezzo ai verdi prati del Ciarbonet...






domenica 15 luglio 2012

[GTV57] Gran Trail Valdigne (57km)

Prologo


Sabato 14 Luglio 2012.
Ore 6:00: passo da Ivrea per raccattare Andrea; ore 6:30: punta col Beppe a Pont; ficchiamo le borse nella "Bussomobile" e si parte alla volta di Morgex.
Zainetto "panzerotto"...
Il tempo non sembra eccezionale ma vedremo salendo in Valle... ed infatti vediamo: pioggia!! Mavaff....
Confido però nelle previsioni: visto che c'hanno azzeccato sulle abbondanti precipitazioni mattutine, magari c'hanno preso pure sulla tendenza a spiovere verso le 10 per poi aprirsi a metà giornata. Come al solito, prenderemo quel che viene...
Arrivati a Morgex, Andrea ed io approfittiamo del largo anticipo per andare a "svegliare" Diego, Mirko e Simone che sono saliti già ieri sera in camper ma li cogliamo in piena flagranza di pastasciutta col ragu: la colazione del campione!!! :-P

Sonia, Fulvio e altri extra-terrestri
pronti per la GTV100...
Di lì, raggiungiamo il Beppe in piazza e ci guardiamo la partenza degli "extra-terrestri" che fanno la 100km: un rapido saluto al già concentratissimo Igor e un cenno con la mano a Fulvio e Sonia/SuperSONIc che sono già nella griglia di partenza. Tra i tanti partenti c'è ovviamente il mitico Giuliano Cavallo che poi, tanto per cambiare, arriverà primo (ma questo ormai non fa più notizia... ;-))

Allo scoccare delle 8 parte il GTV100 sotto una pioggerella continua ma non particolarmente intensa... chissà...speriamo...
Tra un'ora tocca a noi: andiamo a cambiarci.


La partenza

Il pettorale (dopo l'uso... :-))
Espletate le formalità di registrazione (ritiro di pettorale, braccia-chip e maglietta tecnica GTV), controlliamo gli zainetti un'ultima volta (probabilmente la 850-esima) ma, visto il tempo, resta il dubbio che forse avremmo dovuto aggiungere (dove non si sa bene, visto che gli zaini sembrano già dei panzerotti) ancora una maglia super-tecnica e super-calda, l'anti-vento da Everest o il mutandone ascellare di lana "della nonna"... ma vabbè... quel che c'è, cè! 'nduma!


La partenza
Passiamo il chip al punto di controllo e siamo nella griglia di partenza che è ormai quasi piena; il clima è festoso e ci si scambiano saluti ed auguri con amici e conoscenti, che spesso e volentieri si rincontrano in queste belle occasioni.
Lo speaker sfrutta gli ultimi minuti per dare qualche ragguaglio sul percorso e c'informa che le previsioni per il resto della giornata sono di un lieve miglioramento per la tarda mattinata con possibili forti peggioramenti nel pomeriggio... non so dove le abbia viste 'ste previsioni... :-| quelle che ho visto io davano miglioramento e basta... visto che sono più belle, credo a queste ultime.
Sarà anche solo un'impressione dovuta al fatto che ci siamo ormai abituati ma intanto la pioggia sembra aver mollato ulteriormente...
Ore 9:01: Pronti? VIAAAA!!!!

Morgex - Prè Saint Didier - Courmayeur

Il primo tratto di circa 10km si snoda su asfalto e sentieri che, con un dislivello esiguo dato da dolci salite e qualche strappetto non troppo impegnativo, ci conducono fino a Courmayeur passando attraverso Prè Saint Didier.
Andrea ed io, come da tradizione, corriamo appaiati al nostro ritmo chiaccherando e scherzando; magari faremo anche questo trail insieme ma sappiamo che vige il tacito accordo che se e quando poi uno "ne avrà", andrà.
Poco prima di arrivare al punto di controllo di Courmayeur, noto l'insegna di una struttura termale ed ho una forte tentazione: Andrea sorride e mi distoglie dai miei propositi troppo goderecci e poco onorevoli per un vero aspirante ultra-trailer... :-)
Passaggio del bracciachip al punto di controllo di Courmayeur con circa 5 minuti d'anticipo rispetto alle mie previsioni.
Abbiamo tirato troppo? A me non sembra: stiamo bene e l'andatura mi sembrava "quella giusta". Speriamo di non pagarla cara...

Qui il ristoro è veramente ben fornito di tutto ma, come al solito e anche giustamente, non c'è birra: probabilmente l'esigenza di trovarla ai ristori è solo degli ubriaconi come noi... soprattutto alle 10 del mattino... :-D

Salita al Col del Licony

Il cielo è ancora coperto e minaccioso ma sono almeno 20 minuti che non piove più.

Lasciato il centro di Courmayer, per vie asfaltate si procede verso il sentiero che porta al Colle del Licony; fa piacere vedere lungo il percorso cittadino la gente festante che, incitandoci come se fossimo chissà quali campioni, contribuisce a dare colore a questa bella manifestazione sportiva.

Carovana di trailer sui prati verdeggianti
Anche se non ancora particolarmente dura, comincia la salita "vera": è ora di sganciare i bastoncini dallo zaino; poco dopo aver attaccato il sentiero, preciso come un fuso, ci supera il metronomico Vitto che per me risulterà un utile ed amichevole riferimento per tutto il resto percorso; ha un bel passo e sono in dubbio sul da farsi: provo a stargli dietro? Mah, mi sento in forma e mi sembra di averne: ci provo! Lo aggancio e faccio un tratto con lui che, esperto, mi dà un paio di dritte sulle caratteristiche del percorso che porta al colle: "Va su dritta".  Boh, a me non sembra... mi dà l'idea di un sentiero con una bella pendenza ma non particolarmente duro ma se Vitto ha detto così, avrà i suoi buoni motivi. Intanto lo supero col dubbio che forse la cosa più furba sarebbe stata seguire lui piuttosto che il suo sprone ad andare...
Uscito dalla pineta che c'ha fin quì protetti dal vento, il sentiero s'inerpica ora in mezzo a dei bei prati verdeggianti sotto un cielo quasi plumbeo che mi sa d'Irlanda; cominciano a farsi sentire il vento ed un certo qual freschino ma li ignoro; mi piazzo al seguito di un gruppetto di trailer che hanno un buon ritmo (forse anche troppo per me): talvolta supero, talaltra cedo il passo ma ancora non ho ben chiaro quel che mi aspetta.

Il sentiero che porta al Col Licony
Dopo l'ennesimo scollinamento compare finalmente il sentiero che porta fino al colle, ben evidenziato dalla lunga e sfilacciata carovana di trailer. Ah... ecco cosa intendeva con "Va su dritta": un sentiero decisamente ripido e tecnicamente delicato costituito di rocce e terra umida un po' sabbiosa; forse non è il massimo della tenuta ma, fortunatamente, nell'ultimo tratto è ben scalinato con rinforzi in legno.
La temperatura è scesa ulteriormente e c'è sempre vento: la t-shirt intrisa di sudore e dell'umidità residua dell'aria forse non è proprio l'abbigliamento più idoneo in queste condizioni ed il freddo alle mani, che patisco particolarmente, si fa sentire. Ma non voglio fermarmi per cambiarmi: su questo tratto di sentiero stretto e ripido, sarei d'impiccio agli altri trailer ed inoltre sono quasi in cima e non ha molto senso spezzare il ritmo, lento ma costante, ormai acquisito.
Il sagace Vitto, sotto d'un paio tornanti, non m'ha mai perso di vista.

Alcuni membri dello staff (grazie ragazzi!) ci attendono in cima e ci incoraggiano a superare gli ultimi gradini che portano al colle: qui vento decisamente intenso e un freddo becco!!
Non ci penso due volte: è ora di mettere la manica lunga che, asciutta, mi trasferisce subito un benefico e gradito tepore; metto anche i guanti che però faccio fatica ad infilare perchè le dita ormai gelide hanno una sensibilità decisamente ridotta; dovrei ritirare anche i bastoncini ma fa troppo freddo... magari dopo, neh?!
Nel mentre arriva il Vitto che, tranquillo come se stesse facendo una scampagnata, mi saluta e comincia a scendere verso Planaval.
Di lì a qualche minuto, riparto pure io: prima ci si toglie di qui, meglio è!

Planaval

Comincia la discesa verso Planaval su un sentiero abbastanza tecnico ma tutto sommato abbastanza agevole e corribile lungo il quale recupero il Vitto.
Intanto un po' alla volta il mio corpo ritorna in condizioni termiche compatibili con la vita umana, grazie all'effetto congiunto di diversi fattori: la corsa, l'abbigliamento, il sole che sta finalmente facendo capolino tra le nubi ed il fatto che, comunque, diminuendo la quota aumenta la temperatura...
Arrivo al ristoro intermedio dove, in una sosta di un paio di minuti, sorbisco volentieri un ottimo tè tiepido: ne avevo bisogno! Si riparte!
Scendendo per sentiero, si giunge nuovamente in un bella pineta dove attraverso comodi sentieri fatti di pianori, falsi piani e qualche salitella, si riesce a correre abbastanza agevolmente; ora fa caldo: manica corta e ripongo i guanti.
Mi aggrego ad un simpatico tipo di Alpignano con cui, chiaccherando, arrivo fino al ristoro di Planaval dove c'è parecchia roba da mangiare e bere. Mi rifocillo ben bene e forse anche troppo...
Ora mi attende la seconda salita ma quella dura ormai è fatta... ...o almeno... così credo!!!

Salita alla Punta Fetita - la crisi

Riparto lungo il sentiero che, salendo dolcemente, s'avvia verso l'erta che conduce alla prossima meta; anche qui vado di buona lena ed in effetti sono soddisfatto della mia andatura fino a quel momento. Ma lo stato di grazia non è destinato a durare.

Compare a vista il sentiero molto scosceso che porta fino a un colle, andando così a chiudere il primo tratto di ascesa alla Punta Fetita; lo attacco rallentando un pochino ma cercando di mantenere una buona andatura.
Qui comincia ad esserci qualcosa che non va: un po' di nausea, giramento di testa, sonnolenza. Ho mangiato troppo o troppo in fretta al ristoro? sto andando troppo forte per le mie capacità? è il muro dei 30 km? o forse quello che ho mangiato poco fa, per ovvi motivi, non è ancora disponibile? ...mmm... magari è questo: proviamo a buttar giù un gel ai frutti di bosco e, citando il buon Enzo Jannacci, vediamo di nascosto l'effetto che fa...
Makkeskifo!!! Credo che si possa tranquillamente collocare nella top ten delle cose più schifose che io abbia mai ingerito in vita mia; e meno male che sulla bustina c'è scritto "Great taste"... probabilmente hanno dimenticato di scriverci "of what"... ;-)
Ma cosa vuoi: è della Nestlè, evidente indizio del fatto che ero particolarmente distratto nel momento in cui l'ho acquistato. Blacklistato a vita!!
Mentre mi sforzo per ingurgitare lo schifosissimo gel, sopraggiunge Vitto "passocostante" che mi saluta chiedendomi se va tutto bene: annuisco senza troppa convinzione perchè in realtà sto valutando seriamente l'opzione di tornare al ristoro e ritirarmi.

Calma, calma: forse ho solo bisogno di recuperare un po' quindi posso provare a continuare procedendo col passo della notissima tartaruga di montagna; mal che vada mi butto sull'erba a margine del sentiero e mi faccio un "power nap"... ma ovviamente non è pensabile: ogni 30 secondi un generoso e zelante viandante mi chiederebbe se sono ancora vivo e allora addio riposino...
Ok: me la prendo comoda e vado.

Durante la salita qualche trailer mi sorpassa; una volta giunti al colletto, la salita molla decisamente e si susseguono, sempre su sentierio, falsi piani e brevi strappi non particolarmente impegnativi e abbastanza corribili ed infatti chi sopraggiunge mi sorpassa correndo o corricchiando; ora va un po' meglio e la tentazione di accelerare è forte ma la situazione è lampante ed una serie di imperativi riecheggiano nella mia zucca vuota: "Devi recuperare! Non rompere e cammina! LORO corrono, perchè LORO ne hanno: TU NO! Punto!".
Ristoro 38°km e colle della P.ta Fetita
Beh, che dire: in fondo è uscito il sole, è una bella giornata, ci sono dei bellissimi prati tempestati di fiorellini blu e gialli e c'è una splendida vista sulla verdeggiante vallata sottostante; dimènticati della corsa, fatti questa passeggiata e goditi il bel panorama.
Ogni tanto ho l'impressione che forse potrei ricominciare a correre ma, a più riprese, stronco sul nascere questo pensiero.

Più su ci sarà vento: ripasso alla manica lunga.

Correndo a velocità sostenibile, sopraggiunge un giovanotto che a breve scoprirò essere di Villeneuve: mi aggrego e facciamo un po' di conversazione; conosce il percorso perchè questo tratto l'ha già provato e si dice molto soddisfatto di come si sta amministrando la corsa; considerato lo stato in cui ero fino a cinque minuti prima, glisso elegantemente sulla questione.
La cresta e la P.ta Fetita
Dopo aver raggiunto ed aggirato un costone che dalla distanza avevo sperato fosse già la Punta Fetita, scopro che questa si staglia sulla nostra destra: "NOOO!!! Ancora fin lassù?". Ma il giovane mi rincuora dicendomi che è molto meno dura di quel che sembra: c'è solo un tratto scosceso ma non particolarmente duro fino al colle situato a sinistra della punta e poi di lì si fa tutto in cresta fino in cima... "Ah, beh! Allora... :-P"

Chiaccherando e correndo, giungiamo al ristoro: evviva!!
Saluto di sfuggita il Vitto che sta già ripartendo quando, sorpresone, compare nientepopodimeno che il mitico Beppe: meno male che c'aveva l'influenza... Sono molto contento di vederlo perchè vuol dire che sta tornando in ottima forma; traccanna un po' di liquidi e riparte a tutta velocità verso l'ultima salita: e mo' chi lo piglia più?
Intanto arriva anche Andrea: mi fa piacere incontrare un altro volto amico, soprattutto dopo il momento di crisi e di sconforto. Finiamo di ristorarci, trafugo un'ultima fetta di pane da sbocconcellare durante la salita e ripartiamo insieme alla volta della punta.

La cresta
Ora mi sento di nuovo in forma ed accelero con Andrea che asseconda il mio passo; vado di buona lena e non penso ad altro se non ad arrivare in punta e passare quest'ultimo ostacolo; dopo ci rimangono ancora più di 10km con quelli lasciati alle spalle che si cominciano a far sentire.
Per una cresta facile e divertente, seppur con qualche passaggio delicato, si giunge finalmente in punta! Stika! Ventaccio a otto milioni di km/h.
Passo dal casotto dello staff dove faccio registrare il numero di pettorale, rapido sguardo al panorama e poi scappo via: col vento che c'è, non è un gran bel posto dove fermarsi.

Discesa a Charvaz e arrivo

Il "discesone" visto dalla P.ta Fetita
Speravo che scendendo sotto il colle il vento mollasse; e invece no! E' ancora molto forte e mi sbilancia: giusto per dare un'idea, se abbandono il corpo al suo peso, il vento mi sostiene... o_O
Mi riparo dietro un masso e risistemo i bastoncini sullo zaino: di qui in avanti, spero non mi servano più.

La situazione ora è cambiata: energie recuperate e discesa non troppo tecnica; qui si vola! Che bello! Raggiungo il Beppe e poco dopo il Vitto. Ho un'andatura abbastanza veloce... probabilmente troppo: devo tener conto che si tratta comunque di 1600 metri di discesa con una forte pendenza e non ho ginocchia di ricambio nello zaino... Ma sono troppo ghiotto e non resisto: sento che le gambe vanno e le lascio andare; poi vedremo. Una bellissima discesa che dalla brulla Punta Fetita, ritorna a quote verdeggianti per poi rinfilarsi in mezzo ai boschi.
Dopo aver recuperato parecchie posizioni, arrivo al punto di controllo a Charvaz dove, in una sosta lampo, ingurgito un po' di liquidi e rinfilo la manica corta: ormai fa caldo e non c'è più vento. Saluto al volo una sconosciuta compagna del team I Run for Find The Cure e riparto a manetta.

Nonostante i 1000 e forse più metri di discesa a velocità sostenuta, sento che le gambe e soprattutto le ginocchia ci sono ancora; in effetti le cosce cominciano ad essere un po' rigide ma faccio finta di non essermene accorto: vedremo se sarò ancora capace di fare orecchio da mercante quando questi ultimi 500 metri di discesa saranno terminati ed il finale su asfalto pretenderà il suo dazio.

In effetti la discesa si conclude in maniera fluida e continuo a recuperare posizioni: questo da un lato mi fa piacere ma dall'altro mi fa salire l'atroce dubbio che forse la sto gestendo male.

Ora è il momento dell'asfalto: qui tengo dietro ad un paio di runner che non hanno la benchè minima intenzione di farsi prendere; la gara è alle battute finali e quindi ne approfitto per "duellare" un poco con uno di loro: lo sorpasso, mi sorpassa... vabbè, kakkio, vai vai: sono qui per arrivare in fondo, mica per morire d'infarto... :-P
Mi metto nell'ottica di tenere un'andatura da super-lento ma con il compromesso tra testa e gambe che sia abbastanza costante. Recupero i due runner e lungo il percorso, passin passetto, ne riprendo ancora qualcuno.
Lungo questo ultimo tratto, si sono materializzati alcuni ristori "non-ufficiali": mi fermo 30 secondi a uno per bere un sorso di tè e scherzare brevemente con gli "improvvisati" gestori.

Si giunge in prossimità dell'abitato di La Salle dove, superato il mortifero asfalto, si attraversa il paese su strade ombreggiate e piazzette ben pavimentate per poi ributtarsi sugli ultimi sterrati e raccordi di asfalto alla volta di Morgex. Diversa gente lungo le stradine del paese assiste al nostro passaggio. I bambini, lungo la strada sporgono la mano per "battere il cinque" ed, ovviamente, anche se sono stanco morto, sto al gioco; li senti che sono contentissimi: "Mi ha dato il 5!"... manco fossi Gebrselassie. Ma evidentemente sanno apprezzare il gesto amichevole e sportivo dell'ultimo scarso che passa di lì e questo non può che fare piacere.

Siamo al paradosso: so che sono arrivato ma non so quanto manca: uno? uno e mezzo? cinquecento metri? Boh??? Intanto ho quasi raggiunto altri 2 runner: non ne ho quasi più ma provo lo stesso ad agganciarli e star dietro di loro.
Uno spettatore, sporgendo la mano per batterci il cinque in sequenza, ci grida: "Siete arrivati!".

Ok, ho capito dove siamo: quasi al parcheggio dove il Beppone ha lasciato l'auto; allora ci siamo sul serio!!! Provo un goliardico "attacco" ai miei compagni d'arrivo; stanno al gioco per pochi metri ma sono anche loro stremati e mi mollano quasi subito.

Tiro fuori gli ultimi spiccioli di energia che ho per andare a tutta birra: passaggio davanti alla palestra, il sottopasso pedonale, ultima curva e poi finalmente le transenne ed il gonfiabile arancione del traguardo. E' fatta!

Gilet "Finisher"
Due ragazze gentilissime, consegnandomi il bel gilet del "finisher", si complimentano con me ed io contraccambio perchè senza l'impegno di tutte le persone dello staff sarebbe impossibile organizzare e gestire una manifestazione così bella.

Vado a bere: chissà che c'è... ancora acqua e coca-cola!! Argh!! :-/
Ma con la coda dell'occhio scorgo due ragazzi dello staff che stanno spillando BIRRA!!! E vvvvai!!!! Mi riprendo quella che mi sono speso poco prima sul finale e mi butto su una transenna a guardarmi gli arrivi.

Di lì a poco, arrivano alla spicciolata gli amici Andrea, Beppe, Vittorio, Mirko, Simone e Diego anch'essi tutti molto soddisfatti dell'ottima prestazione di oggi.

Incredibile ma ce l'abbiamo fatta: GRANDI RAGAZZI!!! Bella squadra!

Tracciato GPS del GTV57
Un ringraziamento speciale a Diego A. F. per le foto scattate lungo il percorso.
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martedì 10 luglio 2012

[Champorcher] Barbustel - Grand Lac - Col Medzove

GTV57: meno di 100 ore alla partenza. Ieri ultimo giretto propedeutico al trail di sabato;  poi riposo...

Un classico estivo (semel in anno s'ha'da fà) sempre piacevole e non troppo impegnativo.
Da Dondena, camminata a ritmo sostenuto fino al Rifugio Barbustel (2200m) per poi procedere alla volta del Gran Lago (2492m) e proseguire di buona lena fino al Col Medzove (c.a. 2610m).

Vista dal Col Medzove

Rientro con tappa obbligatoria al Barbustel per degustare un piatto di polenta concia (bisogna integrare): ottima come sempre... :-P

La condizione fisica sembra buona, le gambe sono abbastanza a posto e le ginocchia sulla discesa hanno tenuto bene (santi bastoncini...)


Dovremmo esserci... forse...
...ma sabato si vedrà; come diceva la canzone: "lo scopriremo solo correndo"... ;-)

Itinerario