domenica 15 luglio 2012

[GTV57] Gran Trail Valdigne (57km)

Prologo


Sabato 14 Luglio 2012.
Ore 6:00: passo da Ivrea per raccattare Andrea; ore 6:30: punta col Beppe a Pont; ficchiamo le borse nella "Bussomobile" e si parte alla volta di Morgex.
Zainetto "panzerotto"...
Il tempo non sembra eccezionale ma vedremo salendo in Valle... ed infatti vediamo: pioggia!! Mavaff....
Confido però nelle previsioni: visto che c'hanno azzeccato sulle abbondanti precipitazioni mattutine, magari c'hanno preso pure sulla tendenza a spiovere verso le 10 per poi aprirsi a metà giornata. Come al solito, prenderemo quel che viene...
Arrivati a Morgex, Andrea ed io approfittiamo del largo anticipo per andare a "svegliare" Diego, Mirko e Simone che sono saliti già ieri sera in camper ma li cogliamo in piena flagranza di pastasciutta col ragu: la colazione del campione!!! :-P

Sonia, Fulvio e altri extra-terrestri
pronti per la GTV100...
Di lì, raggiungiamo il Beppe in piazza e ci guardiamo la partenza degli "extra-terrestri" che fanno la 100km: un rapido saluto al già concentratissimo Igor e un cenno con la mano a Fulvio e Sonia/SuperSONIc che sono già nella griglia di partenza. Tra i tanti partenti c'è ovviamente il mitico Giuliano Cavallo che poi, tanto per cambiare, arriverà primo (ma questo ormai non fa più notizia... ;-))

Allo scoccare delle 8 parte il GTV100 sotto una pioggerella continua ma non particolarmente intensa... chissà...speriamo...
Tra un'ora tocca a noi: andiamo a cambiarci.


La partenza

Il pettorale (dopo l'uso... :-))
Espletate le formalità di registrazione (ritiro di pettorale, braccia-chip e maglietta tecnica GTV), controlliamo gli zainetti un'ultima volta (probabilmente la 850-esima) ma, visto il tempo, resta il dubbio che forse avremmo dovuto aggiungere (dove non si sa bene, visto che gli zaini sembrano già dei panzerotti) ancora una maglia super-tecnica e super-calda, l'anti-vento da Everest o il mutandone ascellare di lana "della nonna"... ma vabbè... quel che c'è, cè! 'nduma!


La partenza
Passiamo il chip al punto di controllo e siamo nella griglia di partenza che è ormai quasi piena; il clima è festoso e ci si scambiano saluti ed auguri con amici e conoscenti, che spesso e volentieri si rincontrano in queste belle occasioni.
Lo speaker sfrutta gli ultimi minuti per dare qualche ragguaglio sul percorso e c'informa che le previsioni per il resto della giornata sono di un lieve miglioramento per la tarda mattinata con possibili forti peggioramenti nel pomeriggio... non so dove le abbia viste 'ste previsioni... :-| quelle che ho visto io davano miglioramento e basta... visto che sono più belle, credo a queste ultime.
Sarà anche solo un'impressione dovuta al fatto che ci siamo ormai abituati ma intanto la pioggia sembra aver mollato ulteriormente...
Ore 9:01: Pronti? VIAAAA!!!!

Morgex - Prè Saint Didier - Courmayeur

Il primo tratto di circa 10km si snoda su asfalto e sentieri che, con un dislivello esiguo dato da dolci salite e qualche strappetto non troppo impegnativo, ci conducono fino a Courmayeur passando attraverso Prè Saint Didier.
Andrea ed io, come da tradizione, corriamo appaiati al nostro ritmo chiaccherando e scherzando; magari faremo anche questo trail insieme ma sappiamo che vige il tacito accordo che se e quando poi uno "ne avrà", andrà.
Poco prima di arrivare al punto di controllo di Courmayeur, noto l'insegna di una struttura termale ed ho una forte tentazione: Andrea sorride e mi distoglie dai miei propositi troppo goderecci e poco onorevoli per un vero aspirante ultra-trailer... :-)
Passaggio del bracciachip al punto di controllo di Courmayeur con circa 5 minuti d'anticipo rispetto alle mie previsioni.
Abbiamo tirato troppo? A me non sembra: stiamo bene e l'andatura mi sembrava "quella giusta". Speriamo di non pagarla cara...

Qui il ristoro è veramente ben fornito di tutto ma, come al solito e anche giustamente, non c'è birra: probabilmente l'esigenza di trovarla ai ristori è solo degli ubriaconi come noi... soprattutto alle 10 del mattino... :-D

Salita al Col del Licony

Il cielo è ancora coperto e minaccioso ma sono almeno 20 minuti che non piove più.

Lasciato il centro di Courmayer, per vie asfaltate si procede verso il sentiero che porta al Colle del Licony; fa piacere vedere lungo il percorso cittadino la gente festante che, incitandoci come se fossimo chissà quali campioni, contribuisce a dare colore a questa bella manifestazione sportiva.

Carovana di trailer sui prati verdeggianti
Anche se non ancora particolarmente dura, comincia la salita "vera": è ora di sganciare i bastoncini dallo zaino; poco dopo aver attaccato il sentiero, preciso come un fuso, ci supera il metronomico Vitto che per me risulterà un utile ed amichevole riferimento per tutto il resto percorso; ha un bel passo e sono in dubbio sul da farsi: provo a stargli dietro? Mah, mi sento in forma e mi sembra di averne: ci provo! Lo aggancio e faccio un tratto con lui che, esperto, mi dà un paio di dritte sulle caratteristiche del percorso che porta al colle: "Va su dritta".  Boh, a me non sembra... mi dà l'idea di un sentiero con una bella pendenza ma non particolarmente duro ma se Vitto ha detto così, avrà i suoi buoni motivi. Intanto lo supero col dubbio che forse la cosa più furba sarebbe stata seguire lui piuttosto che il suo sprone ad andare...
Uscito dalla pineta che c'ha fin quì protetti dal vento, il sentiero s'inerpica ora in mezzo a dei bei prati verdeggianti sotto un cielo quasi plumbeo che mi sa d'Irlanda; cominciano a farsi sentire il vento ed un certo qual freschino ma li ignoro; mi piazzo al seguito di un gruppetto di trailer che hanno un buon ritmo (forse anche troppo per me): talvolta supero, talaltra cedo il passo ma ancora non ho ben chiaro quel che mi aspetta.

Il sentiero che porta al Col Licony
Dopo l'ennesimo scollinamento compare finalmente il sentiero che porta fino al colle, ben evidenziato dalla lunga e sfilacciata carovana di trailer. Ah... ecco cosa intendeva con "Va su dritta": un sentiero decisamente ripido e tecnicamente delicato costituito di rocce e terra umida un po' sabbiosa; forse non è il massimo della tenuta ma, fortunatamente, nell'ultimo tratto è ben scalinato con rinforzi in legno.
La temperatura è scesa ulteriormente e c'è sempre vento: la t-shirt intrisa di sudore e dell'umidità residua dell'aria forse non è proprio l'abbigliamento più idoneo in queste condizioni ed il freddo alle mani, che patisco particolarmente, si fa sentire. Ma non voglio fermarmi per cambiarmi: su questo tratto di sentiero stretto e ripido, sarei d'impiccio agli altri trailer ed inoltre sono quasi in cima e non ha molto senso spezzare il ritmo, lento ma costante, ormai acquisito.
Il sagace Vitto, sotto d'un paio tornanti, non m'ha mai perso di vista.

Alcuni membri dello staff (grazie ragazzi!) ci attendono in cima e ci incoraggiano a superare gli ultimi gradini che portano al colle: qui vento decisamente intenso e un freddo becco!!
Non ci penso due volte: è ora di mettere la manica lunga che, asciutta, mi trasferisce subito un benefico e gradito tepore; metto anche i guanti che però faccio fatica ad infilare perchè le dita ormai gelide hanno una sensibilità decisamente ridotta; dovrei ritirare anche i bastoncini ma fa troppo freddo... magari dopo, neh?!
Nel mentre arriva il Vitto che, tranquillo come se stesse facendo una scampagnata, mi saluta e comincia a scendere verso Planaval.
Di lì a qualche minuto, riparto pure io: prima ci si toglie di qui, meglio è!

Planaval

Comincia la discesa verso Planaval su un sentiero abbastanza tecnico ma tutto sommato abbastanza agevole e corribile lungo il quale recupero il Vitto.
Intanto un po' alla volta il mio corpo ritorna in condizioni termiche compatibili con la vita umana, grazie all'effetto congiunto di diversi fattori: la corsa, l'abbigliamento, il sole che sta finalmente facendo capolino tra le nubi ed il fatto che, comunque, diminuendo la quota aumenta la temperatura...
Arrivo al ristoro intermedio dove, in una sosta di un paio di minuti, sorbisco volentieri un ottimo tè tiepido: ne avevo bisogno! Si riparte!
Scendendo per sentiero, si giunge nuovamente in un bella pineta dove attraverso comodi sentieri fatti di pianori, falsi piani e qualche salitella, si riesce a correre abbastanza agevolmente; ora fa caldo: manica corta e ripongo i guanti.
Mi aggrego ad un simpatico tipo di Alpignano con cui, chiaccherando, arrivo fino al ristoro di Planaval dove c'è parecchia roba da mangiare e bere. Mi rifocillo ben bene e forse anche troppo...
Ora mi attende la seconda salita ma quella dura ormai è fatta... ...o almeno... così credo!!!

Salita alla Punta Fetita - la crisi

Riparto lungo il sentiero che, salendo dolcemente, s'avvia verso l'erta che conduce alla prossima meta; anche qui vado di buona lena ed in effetti sono soddisfatto della mia andatura fino a quel momento. Ma lo stato di grazia non è destinato a durare.

Compare a vista il sentiero molto scosceso che porta fino a un colle, andando così a chiudere il primo tratto di ascesa alla Punta Fetita; lo attacco rallentando un pochino ma cercando di mantenere una buona andatura.
Qui comincia ad esserci qualcosa che non va: un po' di nausea, giramento di testa, sonnolenza. Ho mangiato troppo o troppo in fretta al ristoro? sto andando troppo forte per le mie capacità? è il muro dei 30 km? o forse quello che ho mangiato poco fa, per ovvi motivi, non è ancora disponibile? ...mmm... magari è questo: proviamo a buttar giù un gel ai frutti di bosco e, citando il buon Enzo Jannacci, vediamo di nascosto l'effetto che fa...
Makkeskifo!!! Credo che si possa tranquillamente collocare nella top ten delle cose più schifose che io abbia mai ingerito in vita mia; e meno male che sulla bustina c'è scritto "Great taste"... probabilmente hanno dimenticato di scriverci "of what"... ;-)
Ma cosa vuoi: è della Nestlè, evidente indizio del fatto che ero particolarmente distratto nel momento in cui l'ho acquistato. Blacklistato a vita!!
Mentre mi sforzo per ingurgitare lo schifosissimo gel, sopraggiunge Vitto "passocostante" che mi saluta chiedendomi se va tutto bene: annuisco senza troppa convinzione perchè in realtà sto valutando seriamente l'opzione di tornare al ristoro e ritirarmi.

Calma, calma: forse ho solo bisogno di recuperare un po' quindi posso provare a continuare procedendo col passo della notissima tartaruga di montagna; mal che vada mi butto sull'erba a margine del sentiero e mi faccio un "power nap"... ma ovviamente non è pensabile: ogni 30 secondi un generoso e zelante viandante mi chiederebbe se sono ancora vivo e allora addio riposino...
Ok: me la prendo comoda e vado.

Durante la salita qualche trailer mi sorpassa; una volta giunti al colletto, la salita molla decisamente e si susseguono, sempre su sentierio, falsi piani e brevi strappi non particolarmente impegnativi e abbastanza corribili ed infatti chi sopraggiunge mi sorpassa correndo o corricchiando; ora va un po' meglio e la tentazione di accelerare è forte ma la situazione è lampante ed una serie di imperativi riecheggiano nella mia zucca vuota: "Devi recuperare! Non rompere e cammina! LORO corrono, perchè LORO ne hanno: TU NO! Punto!".
Ristoro 38°km e colle della P.ta Fetita
Beh, che dire: in fondo è uscito il sole, è una bella giornata, ci sono dei bellissimi prati tempestati di fiorellini blu e gialli e c'è una splendida vista sulla verdeggiante vallata sottostante; dimènticati della corsa, fatti questa passeggiata e goditi il bel panorama.
Ogni tanto ho l'impressione che forse potrei ricominciare a correre ma, a più riprese, stronco sul nascere questo pensiero.

Più su ci sarà vento: ripasso alla manica lunga.

Correndo a velocità sostenibile, sopraggiunge un giovanotto che a breve scoprirò essere di Villeneuve: mi aggrego e facciamo un po' di conversazione; conosce il percorso perchè questo tratto l'ha già provato e si dice molto soddisfatto di come si sta amministrando la corsa; considerato lo stato in cui ero fino a cinque minuti prima, glisso elegantemente sulla questione.
La cresta e la P.ta Fetita
Dopo aver raggiunto ed aggirato un costone che dalla distanza avevo sperato fosse già la Punta Fetita, scopro che questa si staglia sulla nostra destra: "NOOO!!! Ancora fin lassù?". Ma il giovane mi rincuora dicendomi che è molto meno dura di quel che sembra: c'è solo un tratto scosceso ma non particolarmente duro fino al colle situato a sinistra della punta e poi di lì si fa tutto in cresta fino in cima... "Ah, beh! Allora... :-P"

Chiaccherando e correndo, giungiamo al ristoro: evviva!!
Saluto di sfuggita il Vitto che sta già ripartendo quando, sorpresone, compare nientepopodimeno che il mitico Beppe: meno male che c'aveva l'influenza... Sono molto contento di vederlo perchè vuol dire che sta tornando in ottima forma; traccanna un po' di liquidi e riparte a tutta velocità verso l'ultima salita: e mo' chi lo piglia più?
Intanto arriva anche Andrea: mi fa piacere incontrare un altro volto amico, soprattutto dopo il momento di crisi e di sconforto. Finiamo di ristorarci, trafugo un'ultima fetta di pane da sbocconcellare durante la salita e ripartiamo insieme alla volta della punta.

La cresta
Ora mi sento di nuovo in forma ed accelero con Andrea che asseconda il mio passo; vado di buona lena e non penso ad altro se non ad arrivare in punta e passare quest'ultimo ostacolo; dopo ci rimangono ancora più di 10km con quelli lasciati alle spalle che si cominciano a far sentire.
Per una cresta facile e divertente, seppur con qualche passaggio delicato, si giunge finalmente in punta! Stika! Ventaccio a otto milioni di km/h.
Passo dal casotto dello staff dove faccio registrare il numero di pettorale, rapido sguardo al panorama e poi scappo via: col vento che c'è, non è un gran bel posto dove fermarsi.

Discesa a Charvaz e arrivo

Il "discesone" visto dalla P.ta Fetita
Speravo che scendendo sotto il colle il vento mollasse; e invece no! E' ancora molto forte e mi sbilancia: giusto per dare un'idea, se abbandono il corpo al suo peso, il vento mi sostiene... o_O
Mi riparo dietro un masso e risistemo i bastoncini sullo zaino: di qui in avanti, spero non mi servano più.

La situazione ora è cambiata: energie recuperate e discesa non troppo tecnica; qui si vola! Che bello! Raggiungo il Beppe e poco dopo il Vitto. Ho un'andatura abbastanza veloce... probabilmente troppo: devo tener conto che si tratta comunque di 1600 metri di discesa con una forte pendenza e non ho ginocchia di ricambio nello zaino... Ma sono troppo ghiotto e non resisto: sento che le gambe vanno e le lascio andare; poi vedremo. Una bellissima discesa che dalla brulla Punta Fetita, ritorna a quote verdeggianti per poi rinfilarsi in mezzo ai boschi.
Dopo aver recuperato parecchie posizioni, arrivo al punto di controllo a Charvaz dove, in una sosta lampo, ingurgito un po' di liquidi e rinfilo la manica corta: ormai fa caldo e non c'è più vento. Saluto al volo una sconosciuta compagna del team I Run for Find The Cure e riparto a manetta.

Nonostante i 1000 e forse più metri di discesa a velocità sostenuta, sento che le gambe e soprattutto le ginocchia ci sono ancora; in effetti le cosce cominciano ad essere un po' rigide ma faccio finta di non essermene accorto: vedremo se sarò ancora capace di fare orecchio da mercante quando questi ultimi 500 metri di discesa saranno terminati ed il finale su asfalto pretenderà il suo dazio.

In effetti la discesa si conclude in maniera fluida e continuo a recuperare posizioni: questo da un lato mi fa piacere ma dall'altro mi fa salire l'atroce dubbio che forse la sto gestendo male.

Ora è il momento dell'asfalto: qui tengo dietro ad un paio di runner che non hanno la benchè minima intenzione di farsi prendere; la gara è alle battute finali e quindi ne approfitto per "duellare" un poco con uno di loro: lo sorpasso, mi sorpassa... vabbè, kakkio, vai vai: sono qui per arrivare in fondo, mica per morire d'infarto... :-P
Mi metto nell'ottica di tenere un'andatura da super-lento ma con il compromesso tra testa e gambe che sia abbastanza costante. Recupero i due runner e lungo il percorso, passin passetto, ne riprendo ancora qualcuno.
Lungo questo ultimo tratto, si sono materializzati alcuni ristori "non-ufficiali": mi fermo 30 secondi a uno per bere un sorso di tè e scherzare brevemente con gli "improvvisati" gestori.

Si giunge in prossimità dell'abitato di La Salle dove, superato il mortifero asfalto, si attraversa il paese su strade ombreggiate e piazzette ben pavimentate per poi ributtarsi sugli ultimi sterrati e raccordi di asfalto alla volta di Morgex. Diversa gente lungo le stradine del paese assiste al nostro passaggio. I bambini, lungo la strada sporgono la mano per "battere il cinque" ed, ovviamente, anche se sono stanco morto, sto al gioco; li senti che sono contentissimi: "Mi ha dato il 5!"... manco fossi Gebrselassie. Ma evidentemente sanno apprezzare il gesto amichevole e sportivo dell'ultimo scarso che passa di lì e questo non può che fare piacere.

Siamo al paradosso: so che sono arrivato ma non so quanto manca: uno? uno e mezzo? cinquecento metri? Boh??? Intanto ho quasi raggiunto altri 2 runner: non ne ho quasi più ma provo lo stesso ad agganciarli e star dietro di loro.
Uno spettatore, sporgendo la mano per batterci il cinque in sequenza, ci grida: "Siete arrivati!".

Ok, ho capito dove siamo: quasi al parcheggio dove il Beppone ha lasciato l'auto; allora ci siamo sul serio!!! Provo un goliardico "attacco" ai miei compagni d'arrivo; stanno al gioco per pochi metri ma sono anche loro stremati e mi mollano quasi subito.

Tiro fuori gli ultimi spiccioli di energia che ho per andare a tutta birra: passaggio davanti alla palestra, il sottopasso pedonale, ultima curva e poi finalmente le transenne ed il gonfiabile arancione del traguardo. E' fatta!

Gilet "Finisher"
Due ragazze gentilissime, consegnandomi il bel gilet del "finisher", si complimentano con me ed io contraccambio perchè senza l'impegno di tutte le persone dello staff sarebbe impossibile organizzare e gestire una manifestazione così bella.

Vado a bere: chissà che c'è... ancora acqua e coca-cola!! Argh!! :-/
Ma con la coda dell'occhio scorgo due ragazzi dello staff che stanno spillando BIRRA!!! E vvvvai!!!! Mi riprendo quella che mi sono speso poco prima sul finale e mi butto su una transenna a guardarmi gli arrivi.

Di lì a poco, arrivano alla spicciolata gli amici Andrea, Beppe, Vittorio, Mirko, Simone e Diego anch'essi tutti molto soddisfatti dell'ottima prestazione di oggi.

Incredibile ma ce l'abbiamo fatta: GRANDI RAGAZZI!!! Bella squadra!

Tracciato GPS del GTV57
Un ringraziamento speciale a Diego A. F. per le foto scattate lungo il percorso.
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